La costruzione di un brand

Tra innovazione e tradizione, l'arte come specchio del nostro tempo

La costruzione di un brand

Di recente ho approfondito uno dei temi che più mi sono cari, ovvero “come dare valore aggiunto nella costruzione di un brand”.

Questa riflessione è partita dalla considerazione che il marketing evolve.

Siamo al marketing 3.0: il consumatore vuole un’interazione di tipo collaborativo, è attento al focus sui valori, si attende che l’obiettivo da parte delle imprese non sia solo “vendere” o soddisfare” delle esigenze, ma “trasformare il mondo”.

Il consumatore si aspetta che le aziende diano un apporto innovativo e, quando lo fanno, le premiano.

La “unique selling proposition” muta: dal “raccontare il prodotto” si passa al doverlo raccontare coinvolgendo emotivamente e ad un livello molto più “profondo”: cambia radicalmente l’approccio al prodotto già nella fase di descrizione del prodotto stesso, indifferentemente che sia un prodotto fisico o un servizio.

Per costruire un brand non è sufficiente posizionarlo nella mente degli individui: “Essere presenti” non è abbastanza.

Il consumatore è sempre più alla ricerca di esperienze coinvolgenti e con un alto livello emozionale.

Il consumatore vuole essere partecipe, perché sentirsi solo uno “spettatore” è sicuramente poco gratificante: questo concetto è molto più vero quanto più il prodotto è fortemente specializzato in un’area specifica e specialmente se il prodotto in questione è un bene intangibile.

Ritengo interessante questa parafrasi:

“Se mi dici una cosa la dimenticherò. <BROCHURE>

Se me la mostri potrei ricordarmela. <DEMO GENERICA>

Se mi coinvolgi, la capirò.” <DEMO SPECIFICA E “PROVA GRATIS SENZA IMPEGNO”>

Benjamin Franklin

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.